Sulla rotta dell’antico Marchesato di Saluzzo
Scopriamo l’incanto di un antico percorso nel cuore della Provincia Granda (il Cuneese è la provincia più grande del Piemonte), tra pianura e collina, con il Monviso a fare da sfondo
Fin dal Medioevo l’Abbazia di Staffarda, gioiello architettonico cistercense dall’acustica meravigliosa che figura nel calendario di gruppi musicali e cori di tutto il mondo, è stato il fiorente centro della campagna saluzzese. Edificata nel 1135 sui terreni donati ai monaci dal marchese Manfredi di Saluzzo, il complesso di Santa Maria, caratterizzato da pietra bicroma grigia e mattoni rossi, è una delle migliori testimonianze dello stile romanico. Gli interni presentano una meravigliosa collezione di opere d’arte provenienti da tutta Europa, tra cui il Polittico di Pascale Oddone e il gruppo ligneo della Crocifissione (XVI secolo).
Sede del Parco Naturale del Monviso e antica capitale del Marchesato, Saluzzo è un piccolo gioiello incastonato tra pianure coltivate (per questo Saluzzo è chiamata la “città del frutto”) e colline ed è punto di accesso alle Valli Occitane. È l’unico Comune piemontese inserito nell’elenco dei Borghi Autentici d’Italia; è uno dei 24Sustainable Hamlets, un progetto pilota nazionale che comprende 24 Comuni perfettamente conservati, che si distinguono per buone pratiche di turismo sostenibile.
Saluzzo, che da oltre quarant’ anni ospita un’importante Mostra Internazionale di Antichità, vanta una storica tradizione di intaglio del ferro battuto e del legno, come testimoniano i numerosi cancelli disseminati per il centro storico. Casa Cavassa, oggi Museo Civico, è uno splendido palazzo del 1400 che rivela nei minimi dettagli il successivo rifacimento in stile rinascimentale: dalle cornici in cotto all’alternanza di traverse in stile rinascimentale e ogive gotiche e - all’interno - soffitti a travi, arredi, mobili e opere d’arte come la serie degli affreschi monocromi dedicati alle Fatiche di Ercole e la tavola della Vergine della Misericordia, entrambi dell’artista fiammingo Hans Clemer. Salendo al Castello si possono ammirare i magnifici abbellimenti in terracotta e gli affreschi del Palazzo Comunale, del quattrocentesco Palazzo delle Arti ed infine la Castiglia, il castello con la torre fortificata circolare (l’unica parte rimasta dell’antico complesso), oggi sede del Museo della Civiltà Cavalleresca e del Museo della Memoria Carceraria (lett. Museo della Cavalleria e Museo dedicato alle Carceri). Poi c’è Casa Pellico, che testimonia l’afflitta epoca rinascimentale, ed è qui che nacque il famoso poeta e patriota Silvio Pellico.
Dopo questa festa per gli occhi, è il momento di solleticare il palato con una semplice ma gustosa merenda sinoira a base di prelibato tomino delle Valli Saluzzesi e croccanti fette di pane casereccio, accompagnato da un bicchiere di Pelaverga, Quagliano o Chatus ( vini DOC da vitigni storici autoctoni delle colline saluzzesi).
Risalendo le colline a sud di Saluzzo verso la frazione di Manta, si incontra il Castello (oggi patrimonio del FAI.). Nato come casa-fortezza nel XIII secolo e poi trasformato in residenza nobiliare dal saluzzese Valerano, figlio del marchese Tommaso III di Saluzzo, conserva il suo “gioiello della corona” nella Sala Baronale: il ciclo di affreschi dedicato alle nove Eroine e ai nove Degni, raffigurati quasi a grandezza naturale accanto alla mitica Fontana della Giovinezza. Si tratta di un raro e meraviglioso esempio della pittura profana dell’epoca, ispirata al mondo e agli ideali cavallereschi.
A rendere omaggio all’estro manierista di fine Cinquecento è la Sala delle Grottesche, da visitare insieme alla Sala dei Trofei di Caccia, alla spaziosa cucina e alle restaurate mense scavate nel tufo. Poco distante, Revello costituisce una preziosa aggiunta al percorso artistico, con il cortile del Palazzo Marchionale e la sua cappella tardogotica interamente affrescata. Nelle vicinanze si trovano la loggia pubblica e la Collegiata dell’Assunta, con il suo bel portale marmoreo rinascimentale e il suo campanile alto otto piani. Lo spazio interno custodisce polittici di straordinario valore storico-artistico: il Polittico di San Pietro e Paolo di Hans Clemer (XV - XVI secolo) e la Deposizione e la Santissima Trinità di Pascale Oddone, entrambi risalenti al XVI secolo.
Sulla strada per Fossano, l’antico borgo di Savigliano si distingue per la torre civica e alcuni bei palazzi in stile gotico posti nella piazza centrale (dedicata all’eroe rinascimentale Santorre di Santarosa) sullo sfondo scenografico dell’arco di trionfo eretto nel Cinquecento per celebrare l’ingresso dei duchi sabaudi in città. Appena fuori città, un autentico gioiello per gli appassionati di treni (e non solo): è il Museo del Treno situato nei locali della più antica stazione ferroviaria d’Italia (la Società Nazionale Officine di Savigliano), costituita a Torino nel 1880.
Qui la storia della rivoluzione del vapore è raccontata attraverso documenti, fotografie, testimonianze storiche e mobili risalenti alla fine dell’800, ma la sua sezione più suggestiva è da ricercarsi nello spazio all’aperto. Lungo i binari delle due ex stazioni, collegate alla rete ferroviaria e dotate di ampi marciapiedi, si possono salire a bordo di oltre 60 modelli italiani ed europei di locomotive, carrozze e treni storici ancora funzionanti, proprio come in una vera stazione di quel tempo.
Fonte: VisitPiemonte