Suoni dall’Olocausto
La musica di una anziana ebrea deportata ad Auschwitz e i pattini di una giovane atleta torinese sulle note di Schindler List per celebrare il giorno della memoria
di Pino Riconosciuto
Due donne. Una anziana, che ci ha lasciato lo scorso luglio all’età di 96 anni. L’altra giovane, ha da poco compiuto 18 anni. Una, tedesca, nata in una famiglia di musicisti ebrei, ha perso i suoi da ragazzina, trucidati dai nazisti, e ha conosciuto Auschwitz. L’altra, torinese, ha voluto ricordare l’Olocausto pattinando sul ghiaccio al ritmo della colonna sonora di Schindler list. Entrambe unite dalla musica nel “Giorno della Memoria”, il 27 gennaio. Perché, come diceva Franz Schubert, “Le mie creazioni sono il frutto della conoscenza della musica e del dolore.”
Lo si può certamente dire per Esther Béjarano, nata il 15 dicembre 1924 a Saarlouis, in Germania, in una famiglia ebraica. Nel 1941 i suoi genitori furono uccisi dai nazisti in Lituania, lei costretta in un campo di concentramento ai lavori forzati e poi trasferita ad Auschwitz in quella che sembrava l’anticamera della morte. Esther si salvò perché, conoscendo la musica, le fecero suonare la fisarmonica in quella che poi sarebbe diventata famosa come “l’orchestra delle ragazze di Auschwitz”. Suonava tutti i giorni per intrattenere i deportati, accogliere i nuovi arrivi, e accompagnare le cerimonie delle SS ogni volta che glielo imponevano. La musica diventò il lasciapassare per continuare a vivere.
Dopo Auschwitz venne trasferita al campo di Ravensbrück, dove venne impiegata nella manovalanza coatta alla Siemens. Finita la guerra si trasferì in Palestina, ma nel 1960 volle tornare in Germania, ad Amburgo, con il marito e i due figli. Comincia per lei una lunga stagione di impegno artistico e politico contro la xenofobia e il nazifascismo, per la democrazia e i diritti umani. Fonda il Comitato di Auschwitz in Germania, dà vita con i figli due formazioni musicali con cui si esibisce in un vasto repertorio che spazia da Bertold Brecht a Mikis Theodorakis, dai canti dell’Olocausto e della resistenza alle musiche yiddish.
Nel gennaio 2011 venne a Torino per esibirsi con il suo gruppo e ricordare a tutti quegli anni terribili ad Auschwitz, quando suonava la fisarmonica sul palcoscenico del dolore: “Arrivavano sempre nuovi detenuti, noi sapevamo che molti sarebbero andati direttamente alle camere a gas eppure dovevamo suonare musichette allegre. Molti di loro avranno certo pensato che dove c’è musica non può esserci troppo dolore. Per noi quel pensiero era un peso enorme”.
L’altra donna è Lucrezia Beccari, diciottenne pattinatrice sul ghiaccio di Torino che il 26 e 27 gennaio 2018 si è esibita a Belgrado durante la Isu skate Helena in una interpretazione che le è valsa la medaglia d’oro. “Olocausto” il titolo della coreografia ideata dal suo allenatore Edoardo De Bernardis sulle note della colonna sonora di “Schindler list”. Lucrezia Beccari ha interpretato una bambina appena arrivata in un campo di concentramento, con il suo terrore e le sue speranze, fino al tragico epilogo. Una interpretazione complessa alla quale Lucrezia si è preparata a lungo, anche dal punto di vista storico, per comunicare l’orrore che raccontava sui pattini. E’ stato un modo per ricordare tutti i bambini vittime dell’Olocausto, proprio nel giorno della memoria, con una esibizione sul ghiaccio ricca di pathos e di sofferenza, che ha riportato per alcuni minuti gli spettatori nella terribile tragedia consumata in quegli anni nel cuore dell’Europa.
Si ringraziano Marco Travaglini e Barbara Castellaro per l’articolo e le foto sulla esibizione di Lucrezia Beccari.