Una veduta di Balme

Titolo: Balme nella rete

La cittadina della Val d’Ala entra nel circuito de I villaggi degli alpinisti. Un passaggio importante per il turismo locale, sempre improntato all’amore per la montagna e al rispetto per la natura e l’ambiente. Come ci ricorda La Montanara, composta proprio al Pian della Mussa

Crpiemonte
4 min readMay 29, 2021

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di Pino Riconosciuto

Là su per le montagne

Tra boschi e valli d’or

Tra l’aspre rupi echeggia

Un cantico d’amor

E’ da Balme, per la precisione dal pian della Mussa, che per la prima volta nel 1927 echeggiarono le parole de “La Montanara”. E’ proprio su quel pianoro che chiude la Val D’Ala che in quell’anno Toni Ortelli, alpinista e maestro di coro, affascinato dall’incantevole scenario alpino che lo circondava, compose il celebre canto.

Bessanese e il rifugio “Gastaldi”

I motivi per essere affascinati sono rimasti quelli di allora. Dalle specie vegetali e dai selvatici che animano lo splendido piano di quasi due chilometri a 1800 metri, attraversato dalla Stura di Lanzo, alla corona di montagne, laspre rupi, che lo circonda e lo separa dalla Francia: la Bessanese (m. 3604), la Ciaramella (m. 3676, la cima più alta delle alpi Grazie meridionali), la uja di Mondrone (m. 2964), per segnalare le più elevate.

Lo scenario naturale del Pian della Mussa

Balme adesso può fregiarsi di un nuovo titolo, oltre ai tanti accumulati negli anni. Quello di essere il primo comune piemontese a entrare nel circuito de “I villaggi degli alpinisti”, una rete che coinvolge 35 comuni europei di cui solo 5 italiani. Balme ce l’ha fatta. Posta a 1432 metri in punta alla Val d’Ala, una delle tre che compongono le Valli di Lanzo, la cittadina è riuscita a soddisfare i requisiti stringenti necessari per entrare nella rete austriaca: la presenza di scenari ricchi di fascino, ambienti di interesse alpinistico e paesaggi culturali e naturali intatti, non deturpati dalle grandi infrastrutture. Ma conta anche molto la volontà e l’impegno delle comunità locali a perseguire uno sviluppo turistico sostenibile in termini ambientali e sociali.

Il Pian della Mussa

Un bel riconoscimento che per il sindaco Gianni Castagneri arriva in un momento delicato, quello dell’epidemia che ha messo in ginocchio anche l’economia montana: ”La notizia giunge in un momento difficile per tutti e valorizza a maggior ragione quei territori che come il nostro puntano sulle attività sostenibili, all’aria aperta e a contatto con la natura”. Una rete che aiuterà sicuramente la ripartenza di un comune e un territorio che nel secolo scorso è stata un’importante meta di villeggiatura dei torinesi e che ancora rappresenta un punto d’interesse imprescindibile per gli amanti dell’alpinismo e della montagna più in generale. Da qui partono itinerari importanti per camminate e trekking attraverso i boschi di faggi, larici, betulle e pini silvestri che popolano la zona, o per puntate alle alte quote per chi ama arrampicare. Lo testimoniano anche i due rifugi, il “Città di Ciriè” in fondo al piano, e il “Gastaldi”, ai piedi della Bessanese, che fanno da punto di riferimento anche per gli appassionati frequentatori dei tremila.

Rifugio “Ciriè”

Muovendosi nelterritorio di Balme non è raro poter ammirare gli stambecchi che in primavera scendono fin quasi alle prime case, insieme con i camosci e i caprioli che popolano i versanti della valle. Non mancano le marmotte, le volpi, gli ermellini, o rapaci importanti come falchi, gipeti, e anche l’aquila reale. Del resto la fama di Balme per gli sport di montagna risale nella notte dei tempi. Famosa come “il paese delle guide alpine”, la cittadina ha dato i natali ad Antonio Castagneri, detto “Toni dei Tuni”, ricordato per le sue quarantasei prime ascensioni e scomparso nel 1890 su un ghiacciaio del Monte Bianco. A lui è intitolato l’ecomuseo del paese. Oltre ai trekking e alle ascensioni alpinistiche, Balme propone di inverno passeggiate con le ciaspole o con gli sci di fondo e percorsi scialpinistici. Non è un caso se proprio a Balme nel 1897 l’ingegnere svizzero Adolfo Kind inforcò gli sci, una delle prime volte in Italia, per raggiungere il pian della Mussa.

E’ uno dei tanti primati che la cittadina ricorda. Il 9 maggio 1952 al Pian della Mussa l’ingegner Aurelio Robotti effettuò per la prima volta in Italia il lancio di un razzo, da lui progettato e realizzato. Non è l’unico legame con lo spazio. La famosa acqua del Pian della Mussa, che dal 1922 disseta una parte di Torino, dal 2008 rifornisce l’equipaggio americano della Stazione Spaziale Internazionale scelta, insieme ad altre acque per il suo basso contenuto di sali minerali. La partecipazione alle imprese spaziali sembra quasi indicare che anche per la montagna piemontese e le sue ricchezze c’è un futuro. Magari in rete con altre realtà simili in Italia e in Europa, in un progetto basato sul rispetto dell’ambiente e della cultura locale, sull’amore per la natura, su un turismo sostenibile e non invasivo. Una prospettiva in grado di affascinare ancora molte persone.

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