Torino e l’auto, un amore in crisi

Crpiemonte
8 min readJul 15, 2024

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Catena di montaggio a Mirafiori negli anni settanta (foto: Archivio storico Fiat)

Nei primi anni del novecento, il nostro capoluogo Torino fu il cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, emergendo come una delle città più all’avanguardia nel mondo in questo settore. Tale crescita esponenziale fu alimentata da una combinazione di innovazione tecnologica, spirito imprenditoriale e un contesto economico favorevole.

Le Origini

L’industria automobilistica torinese iniziò a prendere forma già alla fine del diciannovesimo secolo. Nel 1899, un gruppo di aristocratici e imprenditori fondò la Fabbrica Italiana Automobili Torino, meglio conosciuta come Fiat. Tra i promotori di Fiat vi furono figure di spicco come Emanuele Cacherano di Bricherasio, Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, Carlo Biscaretti di Ruffia, Lodovico Scarfiotto e Cesare Goria-Gatti. Giovanni Agnelli, spesso associato alla fondazione di Fiat, arrivò in un secondo momento, entrando nel consiglio di amministrazione e giocando un ruolo cruciale nell’espansione e nello sviluppo dell’azienda. Successivamente, Agnelli prese il controllo della società, trasformandola in una delle principali case automobilistiche del mondo.

Fiat venne fondata precisamente l’11 luglio 1899 presso Palazzo Bricherasio a Torino, un edificio storico che ancora oggi è simbolo della nascita dell’industria automobilistica italiana. Il Palazzo di Via Lagrange fu il luogo in cui venne firmato l’atto costitutivo della società e dove vennero gettate le basi per un’avventura industriale che avrebbe trasformato Torino in una capitale dell’automobile.

La Proliferazione dei Marchi

Negli anni seguenti, diverse altre aziende automobilistiche nacquero a Torino, contribuendo a creare un vivace ecosistema industriale. Tra queste ricordiamo:

  • Lancia: Fondata nel 1906 da Vincenzo Lancia e Claudio Fogolin, Lancia si distinse subito per l’attenzione alla qualità costruttiva e all’innovazione tecnica. Modelli come la Lambda e l’Augusta furono pionieri nel settore, introducendo tecnologie come la scocca portante e le sospensioni indipendenti.
  • Itala: Fondata nel 1904 da Matteo Ceirano e Michele Ansaldi, Itala si guadagnò una reputazione internazionale grazie a vittorie in competizioni prestigiose, come il raid Pechino-Parigi del 1907.
  • SPA (Società Piemontese Automobili): Nata nel 1906, si specializzò in veicoli militari e commerciali, giocando un ruolo cruciale durante la Prima Guerra Mondiale.
  • Aurea: Fondata nel 1921, questa azienda si dedicò alla produzione di vetture di piccola cilindrata, caratterizzate da innovazioni tecniche che le resero popolari tra un pubblico più vasto.
  • Diatto: Fondata nel 1905 da Vittorio e Pietro Diatto, inizialmente come costruttore di carrozze, l’azienda si trasformò rapidamente in un importante produttore di automobili. Diatto era conosciuta per le sue vetture sportive e di lusso, oltre che per la collaborazione con Ettore Bugatti.
  • Abarth: Fondata nel 1949 da Carlo Abarth, l’azienda divenne celebre per la produzione di auto sportive e kit di elaborazione, diventando un’icona del motorsport e del design italiano.

Le Prime Auto Elettriche

Un aspetto meno noto ma significativo della storia automobilistica torinese è rappresentato dalle prime auto elettriche. Già all’inizio del ventesimo secolo, alcuni imprenditori e ingegneri visionari sperimentarono la propulsione elettrica. Per esempio, la Società Italiana Automobili Omnia, fondata nel 1905, realizzò alcuni prototipi di veicoli elettrici, cercando di sfruttare la tecnologia delle batterie per offrire un’alternativa ai motori a combustione interna.

L’Ecosistema Industriale e i Grandi Designer

Torino non era solo la sede di numerosi produttori di automobili, ma ospitava anche un’ampia rete di fornitori di componenti e accessori. Questa rete di subfornitori e aziende specializzate in parti meccaniche, elettroniche e di carrozzeria, contribuì a creare un ambiente favorevole alla crescita e all’innovazione. Inoltre, Torino divenne un centro di eccellenza per il design automobilistico, con numerosi carrozzieri e designer che lasciarono un segno indelebile nella storia dell’automobile.

Pininfarina

Fondata nel 1930 da Battista “Pinin” Farina, Pininfarina è diventata sinonimo di eleganza e innovazione nel design automobilistico. L’azienda collaborò con numerosi marchi prestigiosi, tra cui Ferrari, Alfa Romeo e Maserati, creando modelli iconici che ancora oggi sono considerati capolavori di stile.

Bertone

Un altro grande nome del design torinese è Bertone, fondata nel 1912 da Giovanni Bertone. L’azienda si specializzò nella realizzazione di carrozzerie su misura e divenne celebre per i suoi disegni innovativi e audaci. Designer di fama come Marcello Gandini, autore di modelli leggendari come la Lamborghini Miura e la Lancia Stratos, hanno lavorato per Bertone, contribuendo a consolidare la reputazione dell’azienda.

Giugiaro e Italdesign

Giorgetto Giugiaro, considerato uno dei più grandi designer automobilistici di tutti i tempi, fondò Italdesign nel 1968 a Torino. La sua azienda ha progettato alcuni dei modelli più iconici e influenti della storia automobilistica, come la Volkswagen Golf, la Fiat Panda e la DeLorean DMC-12.

Vignale

Alfredo Vignale fondò la Carrozzeria Vignale nel 1948. L’azienda si specializzò nella produzione di carrozzerie per auto sportive e di lusso, collaborando con marchi come Ferrari, Maserati e Alfa Romeo. Oggi, il marchio Vignale è stato ripreso da Ford per identificare le versioni di lusso dei suoi modelli, mantenendo vivo il nome e la tradizione dell’eccellenza nel design automobilistico.

Occupazione e Impatto Economico

L’industria automobilistica ha avuto un impatto significativo sull’economia e sull’occupazione a Torino e favorito la grande immigrazione in città da tutta Italia, che negli anni cinquanta e sessanta del novecento portò al raddoppio degli abitanti, sino a quando la città supero il milione e 200mila abitanti residenti. Durante il suo apice, negli anni ’70, Fiat da sola impiegava oltre 100.000 persone nella città e nel suo circondario. Questo, insieme agli altri produttori e alla rete di subfornitori, rendeva Torino uno dei principali centri industriali d’Europa. Complessivamente, considerando l’indotto, i carrozzieri, i designer e tutte le altre figure professionali collegate al settore, si stima che l’industria automobilistica torinese abbia dato lavoro a oltre 300.000 persone nel periodo di massimo splendore.

Oggi, il settore automobilistico a Torino e nel suo circondario continua a essere un importante datore di lavoro, anche se con numeri ridotti rispetto al passato: si stima che l’il’automotive e i settori correlati impieghino circa 60.000 persone nella regione, un dato che include sia le aziende manifatturiere sia i centri di ricerca e sviluppo.

Ascesa e Declino del Settore

L’industria automobilistica torinese ha vissuto momenti di grande ascesa e altrettanti di declino. Dopo il boom degli anni ’60 e ’70, la globalizzazione e la ricerca di minori costi di produzione portarono molte aziende a delocalizzare le proprie attività. Fiat, in particolare, trasferì parte della produzione in paesi come Polonia, Serbia e Turchia. Stabilimenti come quello di Tychy in Polonia e Kragujevac in Serbia divennero centri produttivi importanti per Fiat, mentre in Italia, la produzione iniziò a ridursi significativamente.

La chiusura di alcuni stabilimenti storici a Torino e l’inevitabile riduzione della forza lavoro ebbero un impatto significativo sull’economia locale. Tuttavia, la città ha cercato di reinventarsi, puntando su ricerca e sviluppo e sulla formazione di nuove figure professionali legate all’innovazione tecnologica.

Stabilimenti Abbandonati

Negli ultimi decenni, diversi stabilimenti ex Fiat e altre strutture industriali legate all’automobile sono stati chiusi o abbandonati. Tra questi:

  • Stabilimento di Rivalta: Un tempo uno dei principali siti produttivi di Fiat che negli anni ottanta occupava oltre 18mila lavoratori, lo stabilimento di Rivalta ha visto un progressivo declino e chiusura delle attività. Oggi, parte delle strutture sono inutilizzate e in stato di abbandono.
  • Acciaierie Teksid di Corso Regina Margherita: Queste acciaierie, passate successivamente all’Iri e poi nelle mani di Thyssenkrupp, furono chiuse definitivamente dopo la tragedia del 2007, lasciando l’area in stato di abbandono. Le acciaierie erano un tempo una componente cruciale della catena di fornitura di Fiat e furono inizialmente parte del gruppo stesso.
  • Ex Stabilimento Fiat Grandi Motori: Situato in Corso Vercelli, questo stabilimento ha avuto un ruolo importante nella produzione di motori per navi e locomotive. Chiusa negli anni ’90, l’area è stata progressivamente abbandonata e oggi è in attesa di riqualificazione. Sarà riutilizzata con un mix funzionale che prevede un’area verde attrezzata a parco di circa 15.000 mq — di proprietà privata ma fruibile dalla cittadinanza — oltre a due aree commerciali (nella “Basilica” e nel “Lingottino”), edilizia residenziale, uno studentato che potrà ospitare fino a 250–300 universitari e un polo logistico, potenzialmente utilizzabile per l’e-commerce. Via Cuneo, nota per la canzone di Gipo Farassino e già oggi alberata, verrà inoltre pedonalizzata.

Stellantis

Nel 2023, Stellantis ha annunciato investimenti per lo stabilimento di Torino, ma secondari rispetto alla produzione e all’assemblaggio di nuovi modelli che verranno invece costruiti all’estero. La chiusura dello stabilimento di Grugliasco, che ospitava parte della produzione Maserati, è stata un duro colpo per la città. Gli investimenti e i dipendenti a Mirafiori stanno diminuendo e il futuro è incerto: lo stabilimento è stato a ripetizione in cassa integrazione negli ultimi mesi, con la produzione limitata alla sola Fiat 500 elettrica, che non raggiungerà l’obiettivo di 100.000 unità nel 2024, ma solo 50.000. Questo ha generato timori di chiusura e scioperi spontanei tra i lavoratori.

I sindacati hanno espresso preoccupazione per il disimpegno di Stellantis da Torino, sottolineando che la diminuzione del numero di auto prodotte e dei dipendenti potrebbe portare a una crisi dell’intera filiera automobilistica. Oltre alla chiusura dello stabilimento di Grugliasco, anche altri fornitori locali, come la Lear, stanno affrontando difficoltà economiche significative.

Nonostante alcuni investimenti annunciati, come il polo dell’economia circolare e il Battery Technology Center a Mirafiori, i sindacati ritengono che queste misure non siano sufficienti a garantire un futuro solido per l’industria automobilistica torinese. Essi chiedono nuovi modelli di auto e maggiori investimenti per rilanciare la produzione e l’occupazione nella regione.

Nel frattempo si vocifera l’arrivo di un costruttore automobilistico straniero a Torino. Nomi come i cinesi Nio, Xpeng e Zeekr. I sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm stanno considerando l’invito a una casa automobilistica cinese per stabilirsi a Grugliasco o Mirafiori, vista la riduzione delle attività di Stellantis. Il governo italiano, attraverso il ministro Adolfo Urso, ha espresso interesse per l’ingresso di un secondo costruttore di auto in Italia, che potrebbe essere cinese o anche americano, come Tesla. Urso, in ogni caso, ha chiesto a Stellantis di aumentare la produzione nazionale a un milione di auto l’anno, ma senza successo. Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, ha invece ventilato l’ipotesi di ridurre le attività a Pomigliano e Mirafiori.

L’Evoluzione fino a Stellantis

Fiat Chrysler Automobiles (FCA), formata nel 2014 dalla fusione di Fiat e Chrysler, ha rappresentato per anni il legame forte tra Torino e l’industria automobilistica globale. Nel 2021, FCA si è fusa con il gruppo francese PSA (Peugeot Société Anonyme) per formare Stellantis, uno dei maggiori gruppi automobilistici al mondo. Questa fusione ha unito marchi storici e una vasta gamma di tecnologie innovative, mantenendo Torino come uno dei centri principali per ricerca e sviluppo, anche se le decisioni vengono ormai prese a Parigi.

L’Eredità

L’eredità dell’industria automobilistica torinese è evidente ancora oggi ed è un patrimonio da preservare. Stellantis mantiene comunque un legame con Torino, continuando la tradizione di innovazione e eccellenza. Inoltre, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, fondato nel 1932 e dedicato a Carlo Biscaretti di Ruffia, celebra questa ricca storia, offrendo ai visitatori una panoramica unica sull’evoluzione dell’industria automobilistica.

Le competenze e le capacità del territorio non devono essere disperse o abbandonate.

Giovanni Monaco (Ufficio stampa Consiglio regionale del Piemonte)

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