Torino “floreale”
In principio fu l’Esposizione Internazionale d’arte decorativa moderna del 1902, tenutasi a Torino
di Cristiano Bussola
Protagonista dell’evento l’Art Nouveau, che iniziò a spopolare in città. Un vero e proprio fenomeno di tendenza che avrebbe lasciato il segno nel tempo. Ispirandosi ai più noti esponenti della corrente artistica di tutto il mondo gli eccellenti artisti, architetti e ingegneri subalpini furono supportati da una facoltosa classe borghese e imprenditoriale.
Presto il capoluogo piemontese diventò un grande cantiere di sperimentazione stilistica. Nel corso di appena trent’anni sorse un gran numero di edifici delle più diverse tipologie: industriali, residenziali, scuole, luoghi di culto, opere di arte funeraria. Oltre a una miriade di case e villini sparsi in centro città, Crocetta, San Donato, San Salvario, Cit Turin e Gran Madre. Notevoli Casa Fenoglio — La Fleur, Villa Scott, Casa Florio, Palazzo della Vittoria, il villino Raby.
Il Liberty fu interpretato dagli artisti torinesi con spiccata originalità. Essi guardavano sì alle scuole dell’Art Nouveau, (la franco-belga e la austro-tedesca) ma con fantasia e personalità nell’inventare passo dopo passo un nuovo stile in cui gli ornamenti sono parte integrante della costruzione complessiva, non meri accessori.
Nel Liberty “sabaudo” la nuova linea floreale venne valorizzata in strutture eleganti come il flessuoso bovindo, o bow-window (nell’inglese antico “finestra ad arco”) di cui fu maestro il torinese Pietro Fenoglio.
“Firmò” numerosissimi bow-window di forma rettangolare, quadrata, circolare, cilindrica.
Il Liberty ebbe una sua valenza “politica” in quanto arte diffusa e messa a disposizione presso un numero sempre maggiore di cittadini, in omaggio a un’estetica condivisa, attraverso tantissime applicazioni.
Ancora oggi, passeggiando per Torino, restiamo affascinati dai tratti eleganti e sinuosi delle facciate, da tetti insolitamente ricchi, vetrate colorate che catturano la luce riflessa, ardite tettoie in ferro e vetro. E portoni e fregi che richiamano la grandezza della natura con la riproduzione di piante, foglie, tralci, rampicanti, fiori.
Simboli — diventati perenni- dell’ottimistica stagione del Liberty, che lasciò troppo presto spazio alla barbarie della guerra.