Giovanni Leoni, noto come Torototela, a inizio ’900 al Cistella

Torototela, chi era costui?

Non è una maschera di Carnevale, è una persona esistita realmente

Crpiemonte
4 min readJan 18, 2021

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a cura di Mario Bocchio

Proprio così. Cominciamo col dire, come ha sottolineato il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis che Torototela è il titolo di una bella poesia di Nino Costa (1886–1945). La traduzione potrebbe essere “cantastorie”; così lo cita in esergo di poesia Costa: “Menestrello campagnolo, estroso e vagabondo, di cara e giocosa memoria. Nelle feste e nelle baldorie paesane improvvisava, non senza grazia, la poesia la canzone e la satira di circostanza”.

Il cavalier Giovanni Leoni

Ma il nostro Torototela è Giovanni Leoni, poeta ossolano che a metà dell’Ottocento cercò (e trovò) fortuna in Uruguay, senza mai però dimenticare le montagne della sua terra, dove ritornò.

Copertina del libro pubblicato “in proprio” da Gabriella Boni Andreis quale omaggio nel centenario della morte

A cento anni dalla sua morte, è lo scrittore ossolano ossolano Paolo Crosa Lenz a portare l’attenzione sul cavalier Leoni, che nasce a Domodossola nel 1846 e a 24 anni emigra con il fratello Costantino a Montevideo, dove fonda la ditta di tessuti Leoni Hermanos (Fratelli Leoni).

“Rime ossolane”

Poi compra una nave con quindici uomini di equipaggio e naviga le fredde acque della Patagonia trasportando ogni genere di merce. Virginia Maulini racconta: “Il nonno Costante raccontava che senza l’Ossola nella memoria, senza quel nido di montagne e di gente nel cuore, non avrebbero forse potuto superare le sterminate e fredde solitudini di quei viaggi. Ma c’era titanico l’orgoglio e la capacità, di volta in volta, di mettere a fuoco la meta: l’uleta piena e il ritorno a casa. Sedici anni, lunghi e duri. Anni da pionieri. O si soccombe e si balza fuori dall’esperienza, battezzati e diversi”. Nel 1886 rientra in Italia, in inverno vive a Domodossola, Bologna e Torino dove frequenta assiduamente la borsa, mentre in estate va a Mozzio, una frazione di Crodo, dove, alla fine si trasferirà definitivamente. Nel 1891, durante un viaggio a Roma, scrive la prima poesia dialettale (L’Olèta) che invia all’amico parroco di Mozzio, don Gaudenzio Sala. Inizia così ad essere il poeta Torototela. Le sue poesie verranno pubblicate nel 1929 dal nipote Camillo Boni con il titolo di Rime Ossolane. Come sottolinea Crosa Lenz, “nelle sue poesie usa il vernacolo come orgoglio identitario locale (in assoluto il più grande poeta dialettale ossolano), la libertà dal bisogno diventa libertà del pensiero. Lui, che aveva visto il mondo e le grandi città, sferzava con pungente ironia le piccole miserie di un mondo provinciale, che si sarebbe aperto solo con la galleria del Sempione e il passaggio dell’Orient Express”.

Capanna Giovanni Leoni al Monte Cistella (2803 m) nel 1902

Leoni è anche un assiduo frequentatore della sezione di Domodossola del Club Alpino Italiano, la sesta costituita in Italia. Con lui, presidente nei primi anni del Novecento, operarono Alfredo Falcioni, Giorgio Spezia, Giacomo Trabucchi, Enrico Bianchetti, Giuseppe Barbetta. Leoni fondò poi la Pro Devero, una sorta di associazione ambientalista ante litteram e la Pro Cistella impegnata nella costruzione di un rifugio sulla vetta della montagna. Il rifugio fu il suo capolavoro: inaugurato nel 1901, gli fu intitolato nel 1920, anno della morte. Perché un rifugio sulla vetta di una montagna priva di interessi strettamente alpinistici?

Il Monte Cistella e il Pizzo Diei dai piani alti di Devero

Con la costruzione del rifugio “venne reso agevole di ammirare il vago spettacolo del tramonto e del sorgere del sole da questa cima, così stupendamente situata nel centro dei monti Ossolani e detta a ragione il Righi Ossolano”. Soltanto un poeta poteva concepire la costruzione di un rifugio a quasi tremila metri per un godimento estetico, per unire azione e contemplazione. L’amore per quella montagna è espresso con versi lapidari: “Am disarì ch’a parli par passion, / ma quela l’è la scima pussè bela; / negh su, vardev intorn quand l’è seren / e dopo am savrì dì s’a parli ben”.

Bibliografia: “Lezioni di storia. L’Ossola stregata di Torototela”; “Giovanni Leoni: il cavaliere dimenticato”; “Monte Cistella, Giovanni Leoni”; Giovanni Leoni e il rifugio al Cistella”.

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