Travèt
“Parla pa - Curiosità e modi di dire piemontesi”
di Massimo Scavino
Cognome piemontese fittizio, entrato a far parte anche della lingua italiana. Deriva dal protagonista della commedia dialettale “Le miserie ‘d Monsù Travèt”, scritta da Vittorio Bersezio nel 1863.
La brillante opera teatrale narra le gesta del povero signor Ignazio Travet, funzionario regio, impiegato modesto seppur ligio al dovere, mal pagato, misconosciuto dal capo ufficio e maltrattato dalla stessa moglie.
In sintesi — per dirla con le sue stesse parole — “Pi m’afano a travajé, e meno i vad anans, e i vëddo a passeme sij barbis tanti ch’a fan niente” (“Più m’affanno a lavorare, e meno vado avanti, e mi vedo passare sui baffi tanti che non fanno niente”).
Per antonomasia il “travet” rimarrà nei secoli il volto del piccolo burocrate, di una persona buona ma di intelligenza mediocre, sfortunato ma anche privo di spirito di iniziativa.
Nel 1945 la commedia di Bersezio diventerà un film diretto da Mario Soldati e interpretato da Carlo Campanini nel ruolo del protagonista.