Tre sentieri partigiani tra Verbano, Ossola, Cusio e Valsesia
Questo articolo trasporta il lettore dentro la bellezza della natura, ma soprattutto dentro la storia degli uomini e delle idee attraverso la riscoperta degli itinerari che i partigiani nella lotta di Liberazione dall’oppressore nazifascista percorsero sulle montagne del Verbano Cusio Ossola
di Marco Travaglini
Il Sentiero Chiovini
La Casa della Resistenza di Fondotoce a Verbania una delle più grandi strutture dedicate alla memoria della lotta antifascista e antinazista in Europa, sorge sul luogo in cui il 20 giugno 1944 venenro fucilati dai nazifascisti, nei pressi del canale che collega il lago di Mergozzo al lago Maggiore, 43 partigiani ( 42 morirono, uno si salvò e assunse il nome di battaglia “quarantatrè”). E’ da questo luogo che inizia il “Sentiero Chiovini”, itinerario escursionistico sui monti della Val Grande e cammino nella memoria di uno dei momenti più tragici della storia del Novecento.
Il “Sentiero Chiovini” ripercorre i luoghi del rastrellamento del giugno 1944. E’ intitolato a Nino Chiovini (1923–1991), il partigiano “Peppo” della “Giovane Italia”, storico della Resistenza e della civiltà contadina sui monti del Verbano. La prima edizione si è svolta nell’estate 2000 e ha rappresentato un’importante momento di recupero di alcuni dei luoghi della memoria più cari alla comunità locale e tra i più significativi dello lotta di Liberazione in Italia. Il trekking, lasciata la Casa della Resistenza di Fondotoce, percorre la bassa Val Grande e la Val Pogallo, sconfina in Canton Ticino (Svizzera), segue la traccia dei sentieri percorsi dai perseguitati politici e razziali e dai partigiani espatriati e si conclude a Cannobio, liberata dai partigiani per alcuni giorni agli inizi di settembre 1944. Il percorso che si snoda su buoni sentieri segnalati con tabelloni illustrativi,targhe storiche e segnavie richiede nove giorni di cammino. Un impegno non da poco ma di grande fascino che obbliga i partecipanti a pernottare in rifugi e bivacchi.
Il Sentiero Beltrami
Il “Sentiero Beltrami” ripercorre gli itinerari e i luoghi di insediamento delle prime bande partigiane formatesi nel Verbano-Cusio-Ossola durante i primi mesi dell’occupazione nazifascista (settembre 1943 — febbraio 1944). Il percorso è dedicato alla memoria del capitano Filippo Maria Beltrami, architetto e comandante partigiano,attorno al quale si raccolsero i primi gruppi di “ribelli” sulle alture di Quarna nel Cusio. L’itinerario parte dalla frazione Cireggio di Omegna, località in cui la famiglia Beltrami possedeva una casa di vacanza e dove nacque Filippo Maria, e si conclude a Megolo, la frazione di Pieve Vergonte in bassa val d’Ossola dove il Capitano Beltrami cadde il 13 febbraio 1944 insieme a undici partigiani tra i quali Gianni Citterio e Antonio Di Dio ( come Beltrami medaglie d’oro al valor militare), Gaspare Pajetta ( medaglia d’argento al valor militare) e il giovane torinese Aldo Carletti. Le salme di questi ultimi due riposano nel piccolo cimitero di Megolo nella tomba della famiglia Pajetta. L’intero tracciato è accompagnato da bacheche illustrative ed altra segnaletica che documentano eventi della Resistenza e della storia del Capitano Beltrami. Gli interventi sono stati realizzati dalle Comunità Montane Cusio Mottarone, dello Strona e Basso Toce, e Monte Rosa, con il contributo della Provincia del V.C.O. Il trekking si svolge in due giornate solitamente appena dopo ferragosto.
Il Sentiero Nello
Ogni anno, nell’ultimo sabato di agosto, in ricordo del comandante partigiano Nello Olivieri si svolge una camminata che da Boleto (Vb) arriva all’alpe Cambocciolo, per poi proseguire fino alla sella della Crosiggia alle pendici del monte Briasco e scendere infine, passando per Piana dei Monti, alla Merlera, frazione di Cellio (Vc) in Valsesia. Il percorso è dedicato a Nello Olivieri, figura di spicco nell’ambito della Resistenza valsesiana. Nello Olivieri, giunto dalla Lunigiana a Rimella, dove aveva sede il comando partigiano, si arruolò nelle formazioni partigiane della Valsesia, alle quali portò il fondamentale contributo della sua esperienza militare, maturata in dodici anni di servizio nell’esercito, trasformando il “gruppo del Cellio” in una ordinata formazione militare, composta da ragazzi differenti per provenienza ed estrazione sociale.
La formazione di Nello si mise in luce in particolare per la battaglia che costituì l’atto conclusivo dell’esperienza della “zona libera”, con la quale impedì ai nazifascisti il rientro in Valsesia dalla Cremosina il 2 luglio del 1944, opponendo una efficace resistenza che li costrinse a spostarsi verso Borgosesia e posticipò così al 5 luglio la fine del governo partigiano della zona.
Caduto in una imboscata il 27 agosto alla frazione Merlera di Cellio venne ferito da una raffica a un ginocchio e morì per dissanguamento. In sua memoria la brigata partigiana assunse il nome di 6a Brigata d’assalto Garibaldi “Nello”. La manifestazione si svolge nell’arco di una giornata ed è organizzata dai comuni del territorio, dall’Anpi e dagli Istituti storici della Resistenza di Novara e della Valsesia.