Barolo, il re dei vini

Un bicchiere scacciacrisi

Il comparto vitivinicolo ha i numeri per supportare il rilancio economico dopo la pandemia

Crpiemonte
4 min readFeb 18, 2022

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di Alessandro Bruno

La grande tradizione del vino in Piemonte ha consentito la creazione negli ultimi decenni di un comparto economico di grande eccellenza. Nell’ambito dell’agricoltura e dell’enogastronomia il vino può giocare un ruolo chiave per la ripresa economica dell’Italia e della nostra regionenel post pandemia. Il 60% del vino piemontese viene esportato e, in base ai dati Unioncamere, il suo valore nel 2021 è stato pari a un miliardo di euro.

Di recente, la Consulta vino di Coldiretti ha evidenziato le criticità del settore dato che i prezzi di vendita del vino al dettaglio sono calati dell’1,2% in controtendenza all’andamento generale. Al tempo stessoi costi di produzione sono aumentati notevolmente, del 12%, a causa dell’incremento dei costi dell’energia, dei trasporti e di materie come ad esempio il vetro e il legno. A questa situazione si sono aggiunte durante la pandemia le difficoltà del settore dovute alla forte diminuzione dell’attivitàdi ristoranti, bar e agriturismi che sono i migliori clienti delle aziende vinicole. Peraltro, già qualche mese fa dai dati elaborati da Unione italiana vini, Assoenologi e Ismea, pur rimanendo l’Italia il primo produttore mondiale, la produzione nazionale di vino nel 2021 risultava in calo del 9% rispetto al 2020, pari a 44,5 milioni di ettolitri. Un calo di produzione che si verifica anche a livello mondiale.

Le colline di La Morra

Anche in Piemonte la produzione è diminuita a 2,3 milioni di ettolitri, con un calo del 15%. Tuttavia, per quanto riguarda alcune tra le sue più rinomate etichette, come quelle di Asti Docg, vi è stato invece un aumento di produzione rispetto al 2020 di ben l’11%, con 102 milioni di bottiglie prodotte nel 2021.

La vendemmia

Pure per quello che è stato da alcuni definito, il re dei vini italiani, il Barolo, la situazione è confortante. Secondo le dichiarazioni rilasciate alla stampa, qualche settimana fa, dal presidente di Cantina Terre del Barolo (con sede a Castiglione Falletto, nel Cuneese): “A fronte della situazione globale, coinvolta nella pandemia, il risultato è straordinario perché i nostri vini sono aumentati in quantità e in valore nei maggiori mercati ed in quelli emergenti attraverso tutti i canali principali di vendita”. Infatti nell’annata - da settembre 2020 ad agosto 2021 - la produzione è stata di 3,5 milioni di bottiglie e il fatturato di 20 milioni di euro.

Il Dolcetto

Le aspettative, evidentemente ci sono e sono ampiamente giustificate. Infatti, a metà dicembre, è uscita la pubblicazione annuale curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte - Anteprima Vendemmia 2021 - che analizza la vendemmia appena conclusa e l’andamento economico generale del comparto. Quest’anno, nonostante le avversità atmosferiche che hanno determinato un ritardo vegetativo, risulta che nel 2021 il vino piemontese merita una classificazione tra l’ottimo e l’eccellente.

Il vino rosso

Come si legge nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa da Giulio Porzio, presidente di Vignaioli Piemontesi, “Stiamo assistendo a un’euforia dei mercati: nella rivoluzione portata dal Covid-19, il vino piemontese sta vendendo bene in Italia e nel mondo. Ora dobbiamo concentraci su quella che sarà la viticoltura di domani: dal problema dei cambiamenti climatici che ci costringono a un ripensamento delle pratiche agronomiche, al discorso della sostenibilità ambientale nelle vigne e della sostenibilità economica per i nostri viticoltori”. Porzio aggiunge che, in una tale situazione, sarebbe necessario aumentare la flessibilitàdelle misure di sostegno all’agricoltura, vista la velocità delle trasformazioni in atto.

La qualità, in generale, dei vini piemontesi non ha eguali, oltre l’80% del vino prodotto è a Denominazione di origine con ben 18 vini a Denominazione di origine controllata e garantita Docg e 41 Denominazioni di origine controllata Doc (su un totale di 73 Docg e 332 Docitaliane). Tra le regioni italiane, il Piemonte è quella che ha il maggior numero di Docg. Le uve che consentono una tale eccellenza provengono anche da una ventina di vitigni autoctoni storici, tra i quali Arneis, Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato Bianco, Barbera, Bonarda, Brachetto.

La ressegna della Douja d’Or ad Asti

La cultura e l’economia del vino, poi, si coniuga con l’economia del territorio anche attraverso le nuove frontiere del turismo che guardano all’enogastronomia ed al paesaggio. L’innovativo modello di promozione dei vini e delle produzioni agroalimentari si fonda sul sistema delle Enoteche regionali, Botteghe del vino, Cantine comunali e Strade del vino e del cibo. Un sistema che può supportare il turismo di qualità che valorizza e rispetta le peculiarità dei territori.

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