Lo stadio “Moccagatta” invaso dal fango

“Un’alluvione finisce anche così, con ventidue giocatori in braghette corte che entrano in campo. E undici hanno la maglia grigia”

Campionato di serie C1 1994-’95. L’annata è inevitabilmente spaccata in due dall’alluvione che invade metà Alessandria e non risparmia il Moccagatta

Crpiemonte
3 min readNov 4, 2019

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di Mario Bocchio

Dopo quel 6 novembre, l‘Alessandria Calcio - rimasta senza materiale tecnico e sportivo e senza neppure la sede amministrativa, allora in via Gentilini - deve innanzitutto risolvere il problema del campo di gara. Inizia dunque l’esodo verso i campi della provincia, da Tortona a Casale, con una squadra in divenire e una rosa che, alla fine dell’anno, vedrà ben 25 giocatori diversi vestire la maglia Grigia.

I Grigi 1994-’95 sulle figurine Panini

Per ricordare quei tragici momenti, ecco un interessante articolo di Claudio Giambene, oggi a “Mediaset” dopo essere stato a “SkySport”.

Lacabòn è un dolce che tutti gli abitanti di Alessandria conoscono. Un bastoncino fatto di miele e zucchero nato lì, sulle rive di quel Tanaro che a metà anni ’90 squarciò in poche ore la pacatezza locale.

Era il 6 novembre del 1994, la città stava per festeggiare San Baudolino, patrono locale. Sui banchetti, il lacabòn a contendersi morsi e attenzioni con i rabatòn, strepitose polpettine di ricotta, farina, erbette e spinaci. Mangia, prega, tifa. Per la maglia grigia dell’ Unione Sportiva Alessandria, naturalmente. Sì perché quel giorno allo stadio Moccagatta arriva il Bologna, altra nobile decaduta in serie C.

Briciole di orgoglio per una città che sul finire degli anni ’20 sfiorò lo scudetto, sfuggito per un’inspiegabile sconfitta a Casale Monferrato. Uno 0–5 nel derby che spense i sogni tricolori dei “grigi”. Un tracollo troppo brutto per essere vero. Era il primo luglio. Il giorno seguente Mario Curti, il portiere che quella domenica si chinò cinque volte nella rete, lasciò Alessandria. Dissero che aveva preso soldi dal Torino, la concorrente per il titolo. Nessuno seppe mai la verità. Ma Curti il 2 luglio salutò, chiudendo la porta alle sue spalle. Se il giorno prima avesse protetto quella di Casale, sarebbe stato un eroe.

Lo stadio alessandrino in quei giorni di distruzione e di dolore

Dalla gloria al fango in un giorno. Proprio come quel maledetto 6 novembre del ’94. Fuor di metafora, con molti più danni. Il Bologna non arrivò allo stadio e non ci arrivarono neanche i padroni di casa. Il Tanaro impazzito anticipò tutti. San Baudolino assisteva inerme all’ira della natura. Erano quasi tutti a tavola al momento dell’esondazione. Morirono in 14 ad Alessandria. In 70 in tutto il Piemonte. Lo stadio Moccagatta, inaugurato un anno dopo la grande delusione del ’29, fu devastato. Ma i piemontesi sono un popolo poco avvezzo al pianto e in due mesi sistemarono tutto.

I Grigi tornano a giocare nel loro stadio e battono 3–1 la Spal.

Il 22 gennaio 1995, il “Mocca” riaprì i cancelli per Alessandria-Spal. Lo scrittore piemontese Alessandro Baricco la descrisse così:

Alessandro Baricco

“Un’alluvione finisce anche così, con ventidue giocatori in braghette corte che entrano in campo. E undici hanno la maglia grigia. E il campo si chiama Moccagatta. E quel che c’è intorno si chiama Alessandria”. Tutti in piedi ad applaudire. All’inizio e alla fine. I Grigi la vinsero quella sfida: 3-1, in rimonta. Sul campo, come fuori.

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