Via Crucis, occasione per immergersi nel mistero pasquale
Dopo lo stop dettato dalla pandemia, tornano sulle piazze antiche espressioni di religiosità popolare
di Carlo Tagliani
La Passione è una delle più antiche sacre rappresentazioni della vita di Gesù - insieme alla Natività - le cui origini risalgono in certi casi al Medioevo, quando la cultura e l’insegnamento religioso si tramandavano attraverso racconti orali e immagini perché la maggior parte della popolazione non sapeva leggere.
Ancora oggi la funzione del Venerdì Santo resta una delle più adatte per l’allestimento scenografico in uno spazio aperto nel periodo primaverile. Le strade, le case imbandierate, le botteghe dove si intravedono persone che lavorano, sono lo sfondo ideale per la ricostruzione del cammino compiuto da Cristo da Gerusalemme al Calvario.
Diversi sono i centri del Piemonte dove questo tipo di sacra rappresentazione viene realizzata, coinvolgendo gran parte della popolazione locale e richiamando folle di fedeli e semplici curiosi.
L’appuntamento forse più noto in Piemonte - cui abbiamo già dedicato ampio spazio - è quello di Sordevolo (Bi), ogni cinque anni. Ma diversi altri centri organizzano rappresentazioni nel periodo pasquale.
A Vercelli, per esempio, si svolge la “Processione delle macchine” con enormi sculture. Alcune sono state realizzate nel ‘700 e nell’800 con legno dipinto, cartapesta e tessuti e durante l’anno vengono custodite nelle chiese delle varie Confraternite. In occasione della solenne processione della Passione di Cristo, i membri delle confraternite trasportano a spalle le macchine processionali. Il percorso parte e arriva alla Basilica di Sant’Andrea passando attraverso il centro cittadino. La tradizione delle Macchine risale alla seconda metà del 1700; fino all’Ottocento la processione si svolgeva il Giovedì Santo e “solo” dal 1833 si svolge il Venerdì. Ogni statua rappresenta una stazione della Via Crucis: “Gesù nell’orto del Getsemani” (confraternita di Santa Caterina), “Gesù Cristo alla colonna” (confraternita di San Sebastiano), “Gesù incoronato di spine” (San Bernardino), “La Flagellazione di Gesù” (Santo Spirito), “Ecce Homo” (Sant’Anna), “Gesù sulla croce” (Sant’Antonio), “Gesù Cristo morto” (Santo Spirito), “Statua della Madonna Addolorata” (San Vittore), “La Crocifissione” (conservata nella Basilica di Sant’Andrea).
Durante il triduo pasquale Romagnano Sesia (No) si anima, negli anni dispari, per la tradizionale solenne rappresentazione: non una semplice processione sacra ma 14 quadri recitati, corrispondenti alle stazioni della Via Crucis, ambientati in diversi luoghi della città. Il dramma della salita al Calvario rivive nella giornata del Venerdì Santo lungo le strade e le piazze di Romagnano, trasformando l’antico borgo medioevale in una nuova Gerusalemme, animata dal pubblico che segue lungo il percorso tutto il cammino del Cristo con la croce sulle spalle. Anche se probabilmente risale al Medioevo, la tradizione del Venerdì Santo a Romagnano si fa oggi risalire alla Pasqua 1729, quando venne istituita la “Congregazione del Santo Enterro” - della Santa Sepoltura - che aveva il compito di realizzare una celebrazione “per onorare la passione di Nostro Signore Gesù Cristo nella funzione del Venerdì Santo”.
Assai popolare e coinvolgente è anche le Via Crucis di Antignano (At), che - a causa dello stop dovuto alla pandemia, che ha impedito il regolare svolgimento di gran parte delle sacre rappresentazioni e in attesa di tornare in presenza - vedrà Venerdì Santo la proiezione dell’edizione del trentennale all’interno della Chiesa parrocchiale.