Partita la missione Euclid
L’Italia e Torino protagonisti nella missione spaziale che vuole misurare la materia e l’energia oscura
di Alessandro Bruno
(Seconda e ultima parte)
La collaborazione internazionale per la realizzazione di Euclid e della maggior parte delle imprese spaziali è ormai essenziale e la circostanza che la nostra industria abbia un ruolo guida, accresce il prestigio internazionale del comparto aerospaziale italiano, nel quale il Piemonte gioca un ruolo di leadership.
L’Agenzia spaziale europea, l’Esa, per realizzare la missione Euclid ha avuto l’apporto delle agenzie dei vari paesi, come la nostra Asi, che hanno coordinato i numerosi soggetti nazionali.
Oltre alla Tas (Thales Alenia Space) vi è stato un grande contributo di altre aziende italiane, come Leonardo, che si è occupata del sensore per la guida di precisione, dei micropropulsori a gas e di assemblare i pannelli fotovoltaici. I micropropulsori sono indispensabili per orientare il veicolo nello spazio con minime correzioni per trovare la corretta direzione di osservazione. Il Fine guidance sensor è invece un dispositivo assemblato direttamente sul telescopio che allinea alle stelle di riferimento l’asse del telescopio.
Anche la Altec (Aerospace logistics technology engineering company), con sede a Torino in corso Marche di fianco alla Tas, che è un centro di eccellenza che fornisce servizi di ingegneria e per la logistica delle imprese spaziali e per la Stazione spaziale orbitante, ha dato un importante contributo. Si tratta della realizzazione del Centro operativo scientifico di raccolta dati. Una attività svolta in stretta collaborazione con l’Osservatorio astrofisico di Torino — Inaf.
La strumentazione che è stata trasportata nello spazio consentirà l’acquisizione di un numero enorme di dati e di approfondite analisi e ricerche scientifiche. Ma tutto questo può essere possibile solo con la soluzione di uno degli aspetti più complessi della missione: una efficace ed efficiente trasmissione verso la Terra dei dati raccolti. Si calcola che i dati trasmessi saranno dell’ordine di 150 mila immagini ad alta definizione al giorno, 850 gigabyte ogni giorno. Una quantità enorme di informazioni, come non era mai accaduto in precedenti missioni spaziali scientifiche: quando la missione Euclid sarà conclusa arriveranno a 25 milioni di gigabyte.
Per arrivare sulla Terra i dati percorreranno un milione e mezzo di chilometri attraverso un sistema di trasmissione dati basato su segnali in radiofrequenza, banda K a 26 GHz. Per controllare la navicella spaziale c’è anche un apparato che trasmette in banda X e che viene utilizzato pure per misurare la distanza dalla Terra.
Il contributo dei ricercatori dell’Inaf è stato importante sin dai tempi dello studio di definizione degli obiettivi della missione Euclid. I suoi ricercatori hanno partecipato alla realizzazione del modulo di servizio di responsabilità di Tas. L’Inaf si è in tale ambito occupato di preparare il catalogo di mezzo milione di stelle da osservare necessario al puntamento corretto del telescopio.
Euclid consentirà un salto di qualità evidenziato dal fatto che in 6 anni di vita programmata dovrebbe arrivare a scandagliare il 36% dello spazio che possiamo osservare.
La spesa necessaria per la realizzazione la missione Euclid è dell’ordine di 1,4 miliardi di euro e si stima che di questi il consorzio dei soggetti ideatori di Euclid, sparsi in 14 paesi, contribuisca con oltre 400 milioni di euro, L’Esa con oltre 850 milioni e la Nasa con circa 120 milioni. Il contributo italiano per la parte scientifica e la strumentazione è sugli 80 milioni di euro.
Bibliografia: Ansa, siti istituzionali Esa, Asi, Inaf Torino, Leonardo e Thales Alenia Space, Wikipedia.
Si ringrazia l’Ufficio stampa di Thales Alenia Space Italia.