Il Monte Ruetas

Sul Balcone del Ruetas

Un itinerario che prosegue il primo già presentato, su un’ardita mulattiera tracciata dagli Alpini a fine ‘800

Crpiemonte
3 min readMay 30, 2022

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di Pino Riconosciuto

Se avete seguito i consigli proposti nel precedente itinerario pubblicato (Verso il Monte Ruetas) sarete arrivati al termine del percorso sulla cima del Monte Morefreddo, a 2320 metri, dove avrete goduto dello splendido panorama sull’alta Val Susa e le sue attraenti montagne. A questo punto, come avevamo anticipato nell’articolo, non restano che due alternative: la prima è tornare indietro sullo stesso tracciato fino a ritrovare l’auto a Laval e ripercorrere la Val Troncea alla volta di casa. La seconda è andare avanti, verso il Monte Ruetas e il percorso ad anello che ci riporterà indietro. Nulla naturalmente vieta di fermarsi a un certo punto e tornare sui propri passi, ma la proposta dell’anello ha indubbiamente degli aspetti molto suggestivi, a partire dai sentieri solitari che portano ad angoli selvaggi del Parco della Val Troncea e dalla spettacolare mulattiera costruita dagli Alpini nel 1898.

La mulattiera costruita dagli Alpini

Il percorso riprende dai ricoveri del Morefreddo, scendendo fino alla mulattiera principale per poi risalire dalle pendici del Monte Ruetas verso la cresta, su un tracciato ardito per la costruzione realizzata dagli Alpini o scavando nella roccia, o con muretti a secco protettivi che svolgono ancora la loro funzione di sostegno e protezione dopo oltre un secolo. Salendo si oltrepassano due tornanti e una cresta rocciosa per trovarsi a mezzacosta sul versante orientale del Ruetas sul sentiero du cui due targhe ricordano la realizzazione, a fine ottocento, e il ripristino nel 2001. Procedendo sulla balconata sotto la vetta si presentano viste emozionanti sull’Albergian, il Ghinivert e il Pelvo di Massello, in piedi tra la parete e gli strapiombi sottostanti, ma con una larghezza del sentiero che incute tranquillità e sicurezza, a parte un breve tratto che, in seguito a una frana, si presenta esposto e stretto, da affrontare quindi con attenzione e concentrazione. Si procede fino a congiungersi quasi alla linea di cresta del Ruetas per scendere fino al Colle dell’Arcano, a 2760 metri. Da qui occorre ignorare l’invitante mulattiera che scende nel vallone del Massello per seguire la traccia che scende verso ovest e che, seppure segnalata, occorre seguire con precisione.

Il Ghinivert

Si scende dunque nel vallone dell’Arcano fino a percorrere un anfiteatro morenico al fondo del quale si trova una fonte con abbeveratoio. Da lì si procede verso sud in leggera salita, attraversando un rado bosco di larici che porta a Forni di San Martino, a 2320 metri, dove la strada mineraria che collegava Troncea con le miniere di Beth si palesa nella sua bellezza. La località deve il suo nome ai forni che una volta servivano a cominciare la lavorazione del minerale, per operare una prima separazione dalle impurità, in modo da alleggerire il carico verso la valle. Una teleferica che a inizio ‘900 collegò le miniere alla fonderia in basso cancellò la funzione dei Forni e il senso dell’insediamento.

Da San Martino la mulattiera scende con alcuni tornanti fino a entrare nel fitto di un bosco per sfociare sul bivio per Troncea, da lasciare a sinistra per dirigersi a destra, sul mezzacosta che va a nord. Da lì un falsopiano nel bosco porta dopo una breve salita ai casolari di Seytes, da cui si rientra al parcheggio in una ventina di minuti seguendo il sentiero preso all’inizio del primo itinerario.

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